Il nuovo libro del Papa: L’Infanzia di Gesù

infanzia-di-gesuAbbiamo presentato il nuovo libro del Papa: L’Infanzia di Gesù, è intervenuto Andrea Tornielli. L’incontro si è svolto presso la Parrocchia del Corpus Domini.

Ecco alcuni passi del libro e un articolo sul libro.

(…) Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione. All’inizio dell’attività pubblica di Gesù, Luca offre ancora una volta una datazione dettagliata ed accurata di quel momento storico: è il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare; vengono inoltre menzionati il governatore romano di quell’anno e i tetrarchi della Galilea, dell’Iturea e della Traconìtide, come anche dell’Abilene, e poi i capi dei sacerdoti (cfr. Lc 3,1 s).

Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato “una volta” del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda. In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo, e di questo fa parte il contesto di luogo e tempo. La fede è legata a questa realtà concreta, anche se poi, in virtù della Risurrezione, lo spazio temporale e geografico viene superato e il “precedere in Galilea” (Mt 28,7) da parte del Signore introduce nella vastità aperta dell’intera umanità (cfr. Mt 28,16ss).

Da pagina 36 del manoscritto

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(…) Maria avvolse il bimbo in fasce. Senza alcun sentimentalismo, possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. La tradizione delle icone, in base alla teologia dei Padri, ha interpretato mangiatoia e fasce anche teologicamente. Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato, come vedremo ancora più dettagliatamente riflettendo sulla parola circa il primogenito. Così la mangiatoia veniva raffigurata come una sorta di altare.

Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia con un pensiero che, in un primo momento, appare quasi sconveniente, ma, esaminato più attentamente, contiene invece una profonda verità. La mangiatoia è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento. Ora, però, giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo – come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana. È il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini.

Da pagina 38 del manoscritto

 

ZI12112014 – 20/11/2012
http://www.zenit.org/article-33995?l=italian

Dalla penna di Ratzinger un “piccolo-grande libro”

“L’infanzia di Gesù”, ultimo volume di Benedetto XVI, è stato giudicato un’opera di notevole spessore storiografico e, al tempo stesso, di agevole lettura

di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 20 novembre 2012 (ZENIT.org) – Un libro “piccolo fisicamente” ma “non così piccolo come significato”. Con queste parole padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, ha presentato ai giornalisti L’infanzia di Gesù (Rizzoli-LEV, 2012), terzo volume dedicato da papa Benedetto XVI alla vita di Gesù Cristo.

La conferenza stampa ha avuto luogo presso la Sala Pio X, a due passi da via della Conciliazione, alla presenza di vescovi, cardinali, rappresentanti della Curia Vaticana e del mondo della cultura.

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha commentato l’uscita del libro del Papa, facendo leva sulla sua lunga esperienza da biblista. L’ultimo volume di Joseph Ratzinger, ha spiegato il porporato, è sostanzialmente imperniato sui 180 versetti dei Vangeli di Matteo e Luca, dedicati all’infanzia di Gesù, sui quali è basata tutta l’esegesi.

I 180 versetti in oggetto “risultano tra i più ripresi a livello artistico insieme alla passione”, ha aggiunto Ravasi e rispondono ad una domanda fondamentale su Gesù, la stessa a cui intende rispondere il libro del Papa: “da dove vieni?”.

Il volume di Benedetto XVI si articola intorno al binomio storia-fede, ed è segnato in particolare dal “tentativo di ricerca della componente storica”. Gesù, quindi, “appartiene ad un tempo cronologicamente databile e a luoghi ben determinati”, ha proseguito il porporato.

Sulla scia del pensiero di Karl Barth, Ravasi ha poi ricordato che Dio incide nella storia in due modi: “nel pensiero e nello spirito” ma anche “nella materia”. L’irruzione materiale di Dio nella storia, a sua volta, avviene in due momenti specifici: nell’Incarnazione e nella Resurrezione.

Il cardinale biblista ha poi lodato l’assenza di qualsivoglia “autoreferenzialità” nella recente opera di Benedetto XVI e la sua estrema chiarezza lessicale che ne fa un libro alla portata di tutti, non solo degli addetti ai lavori.

La teologa brasiliana Maria Clara Lucchetti Bingemer, docente presso l’Università Cattolica di Rio de Janeiro, ha colto, tra i vari aspetti del libro, l’attenzione rivolta dal Papa alla figura di Maria, nella quale “la fedeltà alla fede del suo popolo e la novità radicale di cui è protagonista, si integrano e si completano”.

Grazie a Maria si manifesta “un nuovo inizio per l’umanità” e la nascita di suo Figlio diventa, dunque, “l’origine di ogni uomo e di ogni donna che viene al mondo”.

La figura della Madre di Gesù spicca per il suo “sì” all’invito di un “Dio che non si impone ma si espone rispettosamente alla libertà della sua creatura”. Pur non conoscendo il futuro, Maria “conosce il suo Dio e non ha paura”, avendo ascoltato l’angelo dirle: “non temere”.

Secondo la professoressa Lucchetti Bingemer, il Papa ci invita, con il suo libro ad “aprire uno spazio” a “Colui che è vero Dio e vero uomo”, affinché egli “possa nascere e manifestarsi, in un mondo come il nostro che ha tanto bisogno del suo Vangelo”.

È poi intervenuto don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV), che ha definito il volume di Ratzinger come “qualcosa di più importante” di un “piccolo libro”, come l’Autore lo definisce nella premessa.

L’infanzia di Gesù è un’opera in cui “troviamo con il ‘mattino’ di Gesù e Maria anche quello della nostra fede”, ha aggiunto il direttore della LEV.

Ad avviso di don Costa, il linguaggio di Ratzinger presenta un “discorso scorrevole, stimolante, mai debole e ovvio”, in grado di esaltare “la sua grande capacità di scrittura e di letteratura”.

In chiusura di conferenza stampa, ha preso la parola Paolo Mieli, direttore di RCS Libri, sottolineando anch’egli – da non cattolico – la centralità della figura di Maria e la sua libera scelta di obbedire ai piani del Signore.

“È singolare – ha detto Mieli – perché al centro c’è la figura di un bambino e di una donna. È un libro sulla donna: tutta la parte di Maria che riceve l’Annunciazione, la libertà di Maria, quello è un punto importantissimo di accettare, di partecipare, di farsi protagonista della nascita di Gesù”.

L’ultimo libro di Joseph Ratzinger, secondo il direttore di RCS Libri, “è destinato a lasciare un segno nella cultura europea”. Si tratta di un’opera, ha aggiunto Mieli, che può assumere un doppio valore: da un lato una “piacevole lettura” accessibile anche a fruitori non troppo colti, dall’altro un libro assai dotto che inciderà notevolmente sul dibattito storico-biblico.

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